Aki and Kiro

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-.-Skill-.-
CAT_IMG Posted on 10/2/2009, 16:01





Nome: Aki
Età: 15
Razza: diurno

Carattere: Non fatevi ingannare dal viso dolce e carino.... può sembrare gentile ma inverità cìè sempre un doppio fine. Ha sempre il sorriso sulla faccia anche se è triste e soffre non lo mostra mai. Ha davvero una calamita per i guai.... trova sempre il modo do mettersi nei pasticci.

Storia: Nata da un peccato, Sua madre è un vampiro mentre suo padre e un cacciatore di vampiri. Sia i cacciatori che i vampire del consiglio la vogliono uccidere. Fin da piccola è stata addestrata da suo padre nel combattimento e poi è stata costretta a scappare di continuo e è da 7 anni che non vede e non sa più niente dei suoi genitori. Non le interessa la vita ma allora perchè continuare a scappare?? Vuole arrivare ai 17 anni perchè suo padre le ha fatto una promessa: " Al tuo diciassettesimo compleanno torna a casa e lì scoprirai quale sarà il tuo destino..". Sembra che abbia preso dal padre e quindi è un'umana, ma a volte dei strani comportamenti la fanno assomigliare alla madre. Nessuno sa del suo passato, ma Kiro sospetta qualcosa. Ora ha trovato rifugio nel colleggio Cross spacciandosi per una studentessa normale.


ATTACCO= Usa una particolare spada a 5 punte
DIFESA=Si protegge con la spada e uno speciale bracciale di metallo che ha sul braccio sinistro
ATTACCO SPECIALE=Facendo pressione su un punto preciso sull'impugnatura della spada, questa si divide e così diventa due spade
DIFESA SPECIALE=Ha grande fantasia da riuscire sempre a trovare una via di fuga o ingannare il nemico
CURA SPECIALE=Le sue ferite si rimarginano molte velocemente da sole


Nome: Kiro
Età: 16
Razza: Umano

Carattere: Freddo e distaccato. Sembra un menefregista assoluto ma in realtà è generoso.

Storia: L' unico ad essere rimasto vivo della sua famiglia. Ha in cuore il grosso peso di aver assassinato la maggior parte dei componenti del suo clan. Uccisi per difendere sua sorella e per vendetta della morte dei suoi genitori. Quello di Kiro era un importante clan di hunter, che oltre a occuparsi dei livelli e svolgeva altri mille lavori. Kiro figlio prediletto e futuro capostipite del clan dopo suo padre era uno dei più agili e scaltri dei giovani hunter. Un giorno quando lui aveva 10 anni sua sorella minore di 6 anni fu morsicata da un vampiro puro sangue. Quando il resto del clan lo venne a sapere, soprattuto il fratello del padre, un uomo avido che aspirava diventare il capo del clan, volle uccidere la sorellina di Kiro. I genitori cercarono di difendere loro figlia ma tutto il clan era a favore dello zio "cattivo" e il padre e la madre furono uccisi davanti ai suoi occhi. Allora Kiro cercò di fuggire con sua sorella ma l'unico modo era eliminare tutti quelli che volevano la sua morte. Così ache per vendetta uccise tutti i componenti del clan a parte suo zio che riuscì a scappare. Poco tempo dopo morì anche la sorella. Kiro rimase solo e cominciò a ricercare suo zio con l'intento di ucciderlo ritenendolo l'unico responsabile di tutto l'accaduto.

ATTACCO=Usa due spade, una è la katana del padre l'altra è una spada più corta con la lama avvelenata
DIFESA=si protegge con le spade
ATTACCO SPECIALE=Un combo di colpi con l'ultimo dall'alto.
DIFESA SPECIALE=Una rotazione delle spade che gli permette di proteggere il corpo
CURA SPECIALE=Un'antica pozione di famiglia ne porta sempre un po' con se

Incontro: si sono incontrati per caso un anno fa. Kiro era appena arrivato in un paese dove si trovava anche Aki. Entrò in una locanda per prendere una stanza. Aveva viaggiato molto ed era tanto stanco, non dormiva come si deve da tre giorni. Si sedette al bar della locanda e assistì a una scena penosa: un tizzio ubriaco stavano importunando la camerira, che era una ragazzina, non che figlia del proprietario della locanda. Provava senso di ribrezzo verso quel tizio, perchè mai doveva divertirsi proprio con quella povera ragazza; e poi siceramente non sapeva dove stava il divertimento. Il padre corse in soccorso della ragazza ma gli amici dell'ubriaco, anche loro avevano alzato troppo il gomito, lo presero e lo fermarono. *E no adesso così non va* pensò Kiro, voleva fare qualcosa ma non fece in tempo ad alzarsi che una forchetta volò sfiorandoli il viso e si conficcò nella carne della mano dell'ubriaco che urlò per il dolore e lasciò andare la ragazza. Kiro girandosi nella direzione da cui era arrivata la forchetta vide una ragazza graziosa:Aki. *Wow che brava... ma stava per colpire me! Meno male che non mi sono alzato...* Pensò Kiro mentre fissava la ragazza dietro a lui infondo al locale. Gli ubriachi volendo vendicare il loro "capo afforchettato" si scagliarono contro la ragazza. *Questi vigliacchi!! Vogliono combattere tutti insieme contro una ragazza?!* Pensò Kiro non sapendo ancora chi fosse quella ragazza e allora decise di intervenire. Gli uomini non fecero neanche in tempo ad avvicinarsi alla ragazza che erano già tutti "definestrati" fuori dalla locanda da Kiro, mentre Aki stava a guardare allibita, non pensava che quel esile ragazzo avesse tutta quella forza.
Kiro tirò su i tavoli che aveva fatto cadere durante il combattimento e sistemò le sedie intorno. Poi si avvicinò ad Aki raccogliendo la forchetta insaguinata e la appoggiò sul tavolo accanto a lei dicendo: - Questa è tua, non è vero?- Aki lo guardò
-Aki: Si è mia grazie.
Kiro si voltò e salì le scale che portavano alle camere. *Che strano tipo. Sembra un ragazzo normale ma ha una grande forza.* Pensò Aki seguendolo con lo sguardo finchè non sparì dietro la scala.
Al ora di cena Aki scese al piano terra ed entrò nel salone dove avrebbero servito la cena. Vide in un tavolo in fondo alla sala Kiro tutto solo che stava aspettando ancora la cena. Si avvicinò.
-Aki: Buona Sera...
Kiro alzò gli occhi e vide la ragazza davanti a lui oltre il tavolo. Non disse niente e continuò a fissarla in viso.
-Aki: Gli altri tavoli sono occupati... mi posso sedere qui?
Disse e si sedette. Kiro la guardò.
-Kiro: ormai ti sei seduta...
Arrivò il proprietario e li ringraziò di quello che avevano fatto per sua figlia. Continuava a inchinarsi e dire "grazie, grazie tante". Per sdebitarsi fece portare un menù speciale per loro due e non facendoli pagare la cena. In un primo momento Aki e Kiro non si dissero una porala; mangiavano e evitavano di guardarsi. Ma poi si sciolse il ghiaccio e cominciarono a chiacchierare.
-Kiro: Sai che mi stavi per colpire, oggi, con la forchetta?
Disse con tono calmo e lentamente; come per prendere tutta l'attenzione di Aki. Infatti ci riuscì.
-Aki:Davvero? Non me ne sono accorta.
-Kiro: Si, mi hai sfiorato. Dovresti stare più attenta potevi ferire qualcuno.... che non centrava niente.
La guardò, era indecifrabile il suo sguardo. Non si riusciva a capire l'emozione o la sensazione che stesse provando. Aki si sentiva a disagio mentre quello sguardo la fissava.
*-Aki: ma chi pensa di essere!!*
Prese la forchetta di fianco a lei, per un memento volle usarla per conficarlo ma si trattenne; lui sembrò aver capito quell'intenzione perchè cambiò espressione.
-Aki: Anche tu potevi evitare di rompere i vetri delle finestre; potevi ferire qualcuno con i pezzi di vetro e poi ora toccherà al proprietario spendere soldi per ripararle.
Gli rispose con tono di sfida. Ma lui non la accettò.
-Kiro:Si è vero. Ma è stato un riflesso condizionato come la tua forchettata buttarli fuori dallla finestra.
Aki lo guardò sorpresa avrebbe giurato che avesse contradetto subito quello che aveva detto.
La serata continuò tranquilla. I due ragazzi chiacchierano e scherzarono. Si trovavano molto bene insieme, a nessun dei due gli era mai capitato di fare conoscenza e stare così bene con una persona in così poco tempo. Parlarono di molte cose ma l'ultimo argomento fu la loro meta e perchè erano in viaggio.
-Aki: Non ho una meta precisa. Continuo a viaggiare di qui e di là, che ti devo dire che sono un po' stanca. Ma non ne posso fare a meno.
Non entrò nei particolari del perchè stava viaggiando, in fondo conosceva solo da poco Kiro.
-Aki: Invece tu dove stai andando.
-Kiro: Neppure io ho una meta. Sto viaggiando e girando per il mondo in cerca di una.
Lo disse con un tono così calmo che sembrava una cosa così normale, ovvia anche se non lo era. Viaggiare per trovare una meta dove andare? Forse avere una meta e poi viaggiare per raggiungerla. Ma chi era Aki per giudicare infondo anche lei viaggiava senza meta.
Quella notte Aki non riuscì a dormire. Ripensava a quello che le aveva detto Kiro, che viaggiava per trovare una meta. Se non aveva una meta significava che non aveva una casa dove tornare? O non poteva tornarci? Forse non aveva più nessuno, era solo come lei? Queste domande le frullarono per la testa tutta la notte.
Il mattino seguente si alzò presto. Aveva intenzione di ripartire. Pagò la stanza e uscì dalla locanda. Avrebbe voluto rivedere Kiro per aver una risposta a quelle domande ma incominciò a incamminarsi lungo la strada che portava alle mura della città. Quando varcò la porta delle mura vide appoggiato ad un albero un ragazzo. Come era possibile che lui fosse lì?!? Era Kiro. La stava aspettando.
-Aki:*Come faceva a sapere che sarei venuta da questa parte?!*
Pensò mentre si avvicinava a Kiro.
-Kiro: Non è stato molto carino da parte tua andartene senza salutare...
Aki: Come facevi a saperlo?
-Kiro: Cosa?

-Aki: Che sarei passata da qui?
-Kiro: Ho tirato a indovinare e a quanto pare ci ho azzeccato.
Accennà un sorriso. Era il primo sorriso che faceva.
-Aki: Perchè sei venuto?
-Kiro: Stavo pensando....
Si fermò. Aki fece segno con la mano di continuare. Era coriosa.
-Kiro: Visto che neanche tu hai una meta potevamo viaggiare insieme. Che ne dici?
Questa domanda fece zittire Aki. Non sapeva cosa rispondere e allora dicise di dare una risposta non positiva ma neanche negativa.
-Aki: Fai come vuoi. Sappi soltanto che io sono abituata a viaggiare da sola. Non intralciarmi e se mi rallenterrai il passo ti lascierò indietro.
Dette queste parole riprese la strada e incominciò a camminare. Kiro la raggiunse.
-Kiro: Allora, ora dove andiamo?
Disse mettendosi di fianco a lei.
-Aki: Verso nord...
-Kiro: E cosa c'è verso nord??
-Aki: Non lo so... è per questo che ci andiamo.
E così cominciarono a viaggiare insieme

Spero vada bene!!

Edited by -.-Skill-.- - 26/3/2009, 22:31
 
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Sigra Cullen
CAT_IMG Posted on 12/2/2009, 11:51




la prima e la seconda prova vanno bene ma mi pare tu abbia saltato la 3 e 4 passando alla 5.
xchè è la quinta prova l'incontro...vai a fare la terza e rispondi in base ai tuoi personaggi e mi raccomando aspetta l'OK dai prof o guardian prima di continuare.
 
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-.-Skill-.-
CAT_IMG Posted on 12/2/2009, 18:05




ah... scusa... sinceramente non avevo neanche letto ma prova 5...... ma avevo visto altri utenti scrivere dell'incontro e pensavo andasse fatto..... perdono^^
Ma nella prova 3 devo rispondere sempre per i miei personaggi (e quindi dare 2 risposte) o per me.

Edited by -.-Skill-.- - 12/2/2009, 18:23
 
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CAT_IMG Posted on 5/3/2009, 22:59
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devi rispondere secondo i tuoi pg. Se non vuoi dare due risposte fai rispondere a quello dei due che preferisci
 
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CAT_IMG Posted on 21/3/2009, 16:26




Luogo: Su quel colle c'era sempre una leggere brezza che ti accarezza dolcemente il viso. Il cielo era sempre così limpido e azzurro che se osservavi bene potevi vedere le stelle. Il lievie calore del sole, che brillava giallo là in alto nel cielo, era piacevole. Sulla cima della collina c'era solo un ciliegio, che ombbrenggiava il terreno ancora bagnato dalla recente pioggia, i suoi fiori bianchi rosati appena sbocciati, erano così fragili e delicati che bastava quel leggero vento a farne cadere qualcuno sul prato verde pieno di margherite che ondeggiavano. Se si tendeva l'orecchio ad ascoltare si poteva sentire l'acqua corrente di un fiumicciattolo che correva lungo la valle. La sua acqua fresca e pura, sembrava portarsi via ogni pensiero. Se si seguiva di poco il suo corso si arrivava a un mulino. Aveva due grandi ruote che giravano grazie dalla forza dell'acqua. Era l'unico edificio di quel colle. Con le sue pareti di legno di pino procurate dal bosco sul colle. La pineta occupava tutto un versante e poi si estendeva anche oltre, sulla pianura che si apriva in mezzo a quel colle e un'altro. Era fitta e buia. Ottimo per i muschi e licheni che crescevano nel sotto bosco con anche delle fragoline, more e lamponi. Ogni tanto si poteva vedere su quel sfondo verde scuro dei puntini rossi, violacei; il loro sapore era così itenso e dolce e se ne maggiavi troppi gli alti pini ti parevano girare intorno a te. La punta dei pini più antichi sembrava toccare con la punta il cielo, o almeno sfiorarlo. Erano così imponenti e maestosi, non ti pareva che una volta potessero essere solo delle pianticelle fragili e delicate, come i fiori che erano sbocciati vicino a delle radici di un grosso pino. Erano di un blu intenso misto viola, i colori si mischiavano con tale facilità che era impossibile riconoscerli. Erano in tutto un gruppetto da cinque fiori. La loro bellezza si contrapponeva alla imponenza e maestosità di quei alti e vecchi alberi. Sembrava facessero apposta ad catturare tutto il sole, in modo tale che la belezza di quei fiori potesse svanire sfiorendo al più presto. Avendo paura che trasfigurasse la loro regalità in quella foresta. Proprio nel bel mezzo di quella pineta c'era uno stagno. L'acqua immobile aveva assunto un colore verdignolo, per la quantità di alghe, ma si riusciva ancora ad intravedere il fondo. Ai bordi c'erano delle lunghe canne, metà dentro l'acqua. Una famiglia di rane aveva trovato rifugio in quello stagno. Si sentivano gracidare in coro, una rispondeva all'altra e ogni tanto saltalavano tra una pietra e l'altra. Una leggera nebbiolina si era posata tra gli alberi. Lì il sole non riusciva ad arrivare con i suoi raggi; in quel punto i rami degli alberi erano intrecciati che non si distingueva quali erano di un albeo quali di un altro. Il terreno era pieno di aghi secchi probabilmente caduti da un po' di tempo. Se ci cammini sopra scrocchiano. Il vento faceva andeggiare un po' i rami dei pini all'esterno della pineta. Si vedeva in lotannanza quel ciliegio sulla collina. Era bello come quei fiori blu fioriti vicino un pino e imponente come quei alti pini.
 
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CAT_IMG Posted on 23/3/2009, 00:13
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Ok ve benissimo.
Metti a posto la quinta prova ora. Mi hai detto a grandi linee come si sono incotrati, ma aprofondisci un po'. Cos'hanno provato quando si sono visti? che hanno pensato?
 
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_.:Dr@sie:._
CAT_IMG Posted on 25/3/2009, 18:56




quoto!
sembra la narrazione di un fatto di cronaca. deve essere qualcosa che ci faccia capire come si relazionano i due personaggi. come hanno reagito l'uno all'agire dell'altro, cosa hanno provato verso la camenriera: rabbia? senso di giustiza? cosa li ha portati ad agire? poi magari racconta come si sono incotrati all'uscita dal paese, cosa si sono detti, i primi argomenti...
 
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-.-Skill-.-
CAT_IMG Posted on 26/3/2009, 22:32




Ok ora l' ho modificato...
Spero sia tutto a posto ora...!!
 
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_.:Dr@sie:._
CAT_IMG Posted on 27/3/2009, 17:59




bello!!!! :*yuppiii*:
non vedo l'ora di leggere il resto!! >.-
 
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